sabato 27 giugno 2009

Cresta Reit

[Canale di neve]

Questa volta sono con famiglia e parenti a Bormio per un tranquillo weekend. Per non perdere l'allenamento decido di fare un salto al mitico Bivacco Provolino, sito alla Cresta Reit che sovrasta la nostra casa e che da tempo addocchiavo. A vedere da sotto si intuisce che quest'anno c'è un po' di neve, però non sembra tanta.... Mi metto in cammino di buon mattino, la strada è lunga ed il dislivello tanto (circa 1.700 m). Domani al Bivacco faranno una festa e salirà un sacco di gente, quindi non sono preoccupato di quello che troverò. Salendo la Cresta si copre di una spessa nebbia, altrrove c'è bello anche se non bellissimo, perchè è sabato e come sempre il tempo non è splendido come durante la settimana.

[L'ingresso alla galleria]

Salgo velocemente su sentiero finchè mi trovo su un terreno ripido e completamente franoso, senza traccia, solo quelche bollo rosso e bianco qua e là mi assicura di essere sulla strada giusta. Ogni passo devo stare attento a non scivolare giù. Dopo poco inizia il primo nevaio, bello duro e senza tracce. Proseguo. I nevai si infittiscono, sempre più duri e vergini. O neve o ghiaia franosa. Magnifico!! Improvvisamente di fronte a me si presenta un ripido canale pieno di neve che si biforca dopo una decina di metri. Dal braccio di sinistra scende spontanea ed improvvisa una scarica di sassi. Bene. Ottima situzione. Sono anche nella nebbia e di bolli neanche traccia (sepolti dalla neve). Ne vedo uno dall'altra parte del canale ed intuisco (male) che il sentiero dovrebbe salire lungo il braccio di destra e così inizio a salire. Dopo una cinquantina di metri mi rendo conto che il canel diventa un vero e proprio canalino di 60° senza alternative. Ovviamente il sentiero non può salire da qui... Improvvisamente mi ricordo di aver letto che sarebbe dovuto passare in una galleria scavata dai militari della grande guerra. Scendo e osservo attentamente. Intanto per non farmi mancare nulla faccio una bella scivolata su una roccia coperta di vetrato e mi graffio tutto il dorso della mano destra.

[La Cresta Reit]

Ad un certo punto...intravvedo la galleria, proprio vicino al bollo che avevo visto poc'anzi, ma quasi completamente ostruita dalla neve ed invisibile da dove ero in precedenza. La raggiungo con unaa delicato traverso su neve ghiacciata e la percorro tutta. Che lavoro incredibile!! Al termine esco su una cengia ghiaiosa che dopo pochi metri è coperta da un nevai ripidissimo e ghiacciato. Basta, ne ho abbastanza. Ritorno indietro. Addio Cresta Reit....

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sabato 13 giugno 2009

Bramani Ratti

[il "lamone rosso"]

Ragazzi, ho insistito fino al limite del lecito ed anche oltre con il buon Paolo per fare questa via. Ma ne è valsa la pena. Ci troviamo di primo mattino al parcheggio Sport Specialist di Orio. Siamo Renzo, Paolo ed io. Salendo al Passo della Presolana ci fermiamo al bar prima di Ponte Nossa per un caffè e per congiungerci con Roby. Oggi siamo 4 soci. Arriviamo al Passo. Aria frescolina ma tempo bellissimo. Dividiamo l'attrezzatura e partiamo alla volta della parete Sud della Presolana. L'obiettivo tanto atteso è la via Bramani Ratti. Una classica del gruppo.
All'attacco siamo all'ombra e fa abbastanza freddo. Formiamo le cordate: Renzino ed io, Roby e Paolo. Parte Renzo.


[Roby sul tiro chiave]

Lo raggiungo alla prima sosta con le mani gelate. Riparto io e ci avvicendiamo per un altro paio di tiri semplici sempre al freddo e all'ombra dello sperone Sud. Altrove è un trionfo di sole e cieli azzurri. Al quarto tiro raggiungo una cordata, solo che mi portano fuori via. Hanno sbagliato loro e di conseguenza anche io. Nulla di grave, Roby che ci segue tiene la sinistra e si ferma a pochi metri da me. Con un rapido traverso ci ricongiungiamo tutti e quattro. Da questo punto parte il primo tiro caratteristico di questa bella via: quello del lamone rosso. é una vera e propria lama che si stacca dalla sovrastante strapiombante parete, completamente sprotetta ed esposta. Di per sè non difficile, ci si attacca con le mani e si va, ma provate a farlo con 300 metri circa sotto i piedi....
Dalla sosta dopo il lamone cominciano le difficiltà vere: un tiro di V continuo è l'antipasto. Terminato questa lunghezza si può proseguire lungo la via tradizionale oppure (più difficile) tirare dritto per la variante Scandella. Ovviamente, visto che ci piace non farci mancare nulla, optiamo per la seconda via. Et voilà, un bel tiro di 6a ci aspetta. Faticoso e duro, ma assolutamente entusismante. terminateo questo c'è un tiro riposante (magari c'è del V°, ma chi se ne accorge?) e poi l'ultimo tiro che finisce con uno strapiombetto non banale. Proseguiamo per gli 80-100 metri come dice la relazione ma la vetta è ancora bella lontana.

[Renzo in calata]

La discesa per la cresta verso il Visolo è infinitamente lunga. Complice l'ora e le nubi che ammantano la cresta decidiamo all'unisono per una discesa in doppia lungo la via. E qui è venuto il bello. Dopo una prima calata molto tranquilla ne è venuta una abbastanza esposta. La terza calata invece è stata adrenalina pura: 5 metri con i piedi per terra dopodichè si saluta la terra ferma e per altri 50 si è completamente nel vuoto distanti anche una quindicina di metri dalla parete!! Spettacolare! Messi i piedi per terra con altre tre calate si torna all'attacco e da lì la lunga e noiosa discesa verso la macchina.
Giornata perfetta. divertimento garantito sia in salita che in discesa. La consiglio.

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domenica 7 giugno 2009

Cornagera

[Io]

Altro week end con il meteo incerto. Si "ripega" per una falesia: Cornagera. C'ero giù stato una volta, è la tipica palestra che piace a Paolo: la spacca avambracci.

[Renzo]

in effetti buona parte dei tiri sono per lo più strapionmbanti e si superano in parte di forza ed in parte di "piedi": chi come me è debole di braccia deve ingegnarsi per usare al meglio i piedi.
iniziamo l'allenamento con un paio di traversi rasoterra e poi ci buttiamo su uno spigolo di 5a. Paolo è stato vittima di un brutto inconveniente perchè un appiglio gli è rimasto in mano e si è fatto un piao di metri di volo. Però per la sua tempra ci vuole altro per arrendersi e ha continuato la salita.

[Paolo]

Ci siamo poi divertiti su un tiretto facie ma con la partenza decisamente strapiombante e poi ci siamo fatti un diedro di 5b. I gradi della Cornagera sono abbastanza avari (o sono gli altri che sono "larghi"), fato sta che il tiro aveva un paio di passaggi decisamente tsoti e Renzo come al solito li ha superati nalla grande.

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martedì 2 giugno 2009

Condorpass

[Renzo sul quarto tiro]

Ancora "caldi" per la bella esperienza sulla Toru Ronde Renzo ed io decidiamo di fare una nuova uscita. Questa volta su roccia. Avendo poco tempo a disposizione optiamo per la via Condorpass allo Zucco Angelone.
si tratta della prima via aperta allo Zucco. Su roccia calcarea entusiasmante, a parte un paio di lunghezze si sviluppa su difficoltà di V, V+ abbastanza continue.

[Renzo in uscita dall'ultimo tiro]

Anche questa volta mi alterno a Renzo nella guida della nostra bella cordata. Saliamo in compagnia di 2 ragazzi simpatici con i quali chiacchieriamo durante le soste. La via è quella che vedevo alla mia sinistra l'ultima volta che con Renzo sono salito allo Zucc (senza capire su che via siamo saliti).

[Autoscatto]

Oggi è andato tutto bene. Purtroppo 2 settimane fa lo Zucco è stato funestato da una triste disgrazia occorsa ad un istrutture che ha perso la vita a causa della caduta di un masso.

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