sabato 22 novembre 2008

Lo Dzerby

[Renzo 1]

Sabato dal meteo incerto. Siamo in quelle situazioni dove i giornalistio si sbizzarriscono con i soliti titoli: "L'Italia nella morsa del gelo" o "L'Italia spaccata in due" ecc..). Di sicuro il vento è burrascoso. Fortunatamente però non è gelido. Da Milano vediamo che sopra le montagne il cielo è grigio piombo. C'è aria di bufera, ed infatti sento il mio amico Peter il quale mi conferma che a Gressoney gli impianti sono tutti fermi.
Noi però abbiamo altri programmi per oggi: proviamo a fare l'ultima uscita arrampicatoria. Ad Arnad.
Siamo il solito trio. L'idea è di salire la via "Lo Dzerby". Parcheggiamo e appena scesi dall'auto siamo investiti da un vento micidiale. Proviamo comunque e andiamo in perlustrazione, sperando che la via sia un filo sottovento. Il cielo tende all'azzurro ed un timido sole sta cominciando ad affaciarsi sul Paretone.

[Renzo 2]

Lo Dzerby è una via lunghissima (400 m e 12 tiri). All'attacco notiamo che siamo riparati dal vento. Speriamo che duri. Partiamo. La via è relativamente semplice e forse l'unico tratto un po' di soddisfazione è il superamento del tettino alla partenza del quarto tiro (vedere servizio fotografico fatto a Renzo).
Dopo questo tiro ce n'è ancora uno interessante (placca untissima e paretina strapiombante) dopodichè...nulla più. Anzi, no, dopodichè termina la copertura dal vento e da qui fino alla fine abbiamo continuato la salita lottando contro il vento che a tratti quasi quasi ci portava via. Sono circa 6 tiri (e chi li ha contati?) di placche e placchette alternate a vegetazione con difficoltà contenute che diminuiscono man mano si sale.

[Renzo 3]

Che dire? La via in se è menosa e non sempre si sviluppa su roccia buona. Credo proprio che non la rifaremo più. Però viste le condizioni meteo e la tarda stagione abbiamo tutti convenuto che andava bene così e che "di più" sarebbe stato molto arduo.
In discesa usufruiamo di uno splendido passaggio offerto da gentilissimo contadino in trattore che ci scarica alle macchine. Quindi all'Arcaden dove in 12 minuti netti abbiamo mangiato tutto quello che ci hanno portato (e non era poco, ve lo assicuro!!).

[Tutte le foto]

sabato 15 novembre 2008

Punta della Croce

[Il primo sole]

E vai! Si da inizio alla stagione sci-alpinistica.
Ci troviamo praticamente all'alba alla pasticceria di Morgex: cappuccino, brioche colma di crema e poi tutti insieme si parte per Arpy, microscopico paesello posto sulla strada che va al Colle San Carlo, gradevole diversivo estivo alla solita strada per La Thuile.
La compagnia di oggi è formata da Fabio, Francesco e Luca (nuovo del gruppo, chissà cosa ha pensato...).
La giornata è stratosferica. La neve ottima e ancora fresca dopo le recenti nevicate di metà settimana. Ma ciò che più conta è che di neve ce n'è un sacco!!

[Discesa nel bosco]

La meta odierna è una (quasi sconosciuta) punta denominata "Punta della Croce". Sono circa 850 m di dislivello partendo dall'abitato di Arpy. L'inzio della gita è sulla pista di fondo che si lascia per entrare in un bosco. Si sale fino a raggiungere il lago di Arpy. Da qui si punta verso il Colle della Croce da cui per breve crestone si raggiunge la Punta omonima. La zona è disseminata di antiche casermette militari, ma è il panorama sul gruppo del Bianco a fare da padrone.

[Il trio Lescano]

Tutto è andato senza intoppi (anche se abbiamo "fare la pista" da cima a fondo). Salita in 2he30 scarse e magnifica discesa in fresca (polvere nel bosco). Il tutto coronato da polenta, carbonada, salsicce ed una buona bottiglia di rosso.
Se il buongiorno si vede dal mattino....ci aspetta una stagione con i fiocchi.

[Tutte le foto]

Inizia la stagione sciistica!!



Con oggi si da il via ufficiale alla stagione sci-alpinistica!!

Gli sci sono già pronti ed in posizione.

Via!!

sabato 8 novembre 2008

Rogno

[Panorama verso il Lago d'Iseo]

Ragazzi, che giornata ci ha regalato oggi il mese di novembre!!
Dopo una settimana di pioggie, oggi il solito trio si è concesso un'inattesa uscita arrmpicatoria. L'obiettivo originale era Arnad, ma causa soliti impegni lavorativi di Paolo abbiamo ripiegato per la più vicina Rogno.
Più vicina si fa per dire, perchè il tempo che ci si impega ad andarci è di poco inferiore a quello che ci vuole per andare fino ad Arnad.
Rogno è caratterizzata da un tipo di roccia abbastanza unico nel suo genere: il cosiddetto Verrucano Lombardo, che prende il nome dal Monte Verruca, in Toscana.
Questa roccia è molto ruvida e permette una bellissima arrampicata di aderenza, cosa che a me personlamente piace molto.

[Bella placchetta finale]

Purtroppo però non bisogna farci troppo l'abitudine altrimenti quando si passa al calcare son dolori!!
Per cambiare abbiamo provato la via "Rommelstrasse". La sconsiglio. Discontinua e molto facile. la più grande difficoltà è il superamento del primo passo, proprio alla partenza poi, a parte una piccola placca al secondo tiro, la via è veramente troppo facile.

[Paolo e Renzo sulla placchetta finale]

Arrivati al termine ci siamo spostati orizzontalmente verso destra e abbiamo raggiunto la terza sosta della via "Pastasciutta e Scaloppine". Sull'ultimo tiro siamo saliti non per il solito fessurone, ma per la placca alla sua destra, sulla quale salgono due vie.
La roccia era calda e la temperatura dell'aria ideale per una arrampicata in maglietta.
Insomma ce la siamo goduta.
Però comincio ad avere voglia di mettermi gli sci ai piedi.... mi sa che il prossimo week.end....

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sabato 1 novembre 2008

Verso il Cabianca

[Verso la Baita Lago Cernello]

Dopo una settimana di pioggia continua il meteo per sabato prevedeva non il sole ma almeno una pausa. E così ci sembrava mentre alle 7 del mattino risalivamo in macchina la val Seriana con il cielo sopra di noi sgombro di nuvole. Tutt'intorno però era tutto nuvoloso. Ma il meteo dà miglioramento, quindi fra poco la chiazza di sereno spra di noi si allargherà e sarà sereno ovunque!!!
Si, domani...
Arriviamo a Valgoglio e di cielo sereno neanche l'ombra.....pazienza.
In compenso lungo la strada vediamo chiazze di neve.

[In discesa]

Partiamo. La gita di oggi prevedeva la salita al Madonnino, passando dai laghi Sucotto e Cernello. Si tratta di laghi artificiali realizzati dall'AEM o dall'ENEL per produrre energia elettrica. Dopo pochi minuti di cammino cominciamo a trovare la neve. E appena usciamo dal bosco finiamo sotto una pioggia fine e persistente. Proseguiamo ugualmente nella neve sempre più alta ed in breve siamo al primo lago. Piove e ci sono 30 cm di neve. Fortunatamente un addetto dell'ENEL ha pensato bene di fare una gita fino al secondo lago con le ciaspole, tracciando così il sentiero. La pioggia diminuisce di intensità e proseguiamo in una trincea di neve fino alla Baita del Cernello. Lì misuriamo qualcosa come 40-50 cm di neve e non siamo ancora a quota 2000.
Non piove più, ma decidiamo di rientrare perchè riteniamo con non sia saggio proseguire con tutta quella neve, per di più marcia e pesante. Inoltre ogni tanto giungono alle nostre orecchie sinistri boati di slavine.

[Disgelo]

Decidiamo di rientrare per un sentiero diverso ed incontriamo un gruppo di camosci che sgambetta nella neve poco sopra di noi. La discesa è veloce per un vallone (non conosco il nome) molto frequentato dagli sci alpinisti durante l'inverno. In poco ritorniamo alla macchina, ma prima di partire un bel paninone allo speck e formaggio al magnifico ristoro "I 5 Laghi" posto proprio dove finisce la strada asfaltata non ce lo toglie nessuno.
Gita bagnata, ma almeno è servita a fare un po' di allenamento.

[Tutte le foto]